Contratti di lavoro: quali sono le tipologie di contratto presenti in Italia e loro caratteristiche
Il mondo del lavoro in Italia è un ambito che, a causa dei vari dibattimenti che si sono susseguiti negli anni, ha subito un grandissimo numero di modifiche, interventi ed aggiustamenti in corso d’opera tali da rendere la materia estremamente complessa.
I contratti di lavoro sono uno degli elementi più soggetti alle attenzioni del legislatore proprio perché sono il perno del rapporto tra aziende e lavoratori. Il contratto di lavoro è però un elemento su cui ogni datore di lavoro o responsabile delle risorse umane deve avere una buona conoscenza di base. Senza andare ad analizzare tutti i vari CCNL presenti in Italia, che sono un’infinità e vanno a toccare aspetti più ristretti del rapporto di lavoro, in questo articolo faremo una panoramica di tutti i contratti di lavoro attualmente in vigore in Italia ed approfondiremo l’importanza dei contratti di lavoro nel panorama attuale.
Cosa sono i contratti di lavoro e perché sono così importanti
Come abbiamo detto nelle righe precedenti i contratti di lavoro rivestono un’importanza cruciale nell’intera sfera della gestione aziendale, ponendosi come pilastri che atti a sorreggere la struttura delle relazioni professionali tra datori di lavoro e dipendenti. I contratti di lavoro, più di semplici accordi tra le parti, rappresentano una vera e propria carta d’identità del rapporto lavorativo, delineando diritti, doveri, e le aspettative reciproche delle parti coinvolte.
Ma più esattamente, cosa sono i contratti di lavoro? Nel senso più esteso, un contratto di lavoro stabilisce un legame giuridicamente vincolante tra un’entità imprenditoriale ed un individuo che si impegna a svolgere un determinato insieme di compiti, in cambio di una retribuzione. Non è tutto qui, un contratto di lavoro infatti dettaglia anche le condizioni, come ad esempio la durata dell’impiego, gli orari di lavoro, i termini di retribuzione, e le politiche relative a ferie, malattie, fino alla gestione dell’interruzione del rapporto lavorativo.
La necessità di una chiara definizione dei termini contrattuali è necessaria al fine di garantire condizioni di lavoro dignitose che permettano di equilibrare al meglio la salute psicofisica e la disponibilità di tempo libero dei lavoratori con le esigenze delle aziende, ed assume un ruolo ancora più significativo nel panorama lavorativo attuale, caratterizzato da una varietà senza precedenti di tipologie di contratti di lavoro. Dai contratti a tempo indeterminato a quelli a termine, dai contratti part-time al lavoro agile, ogni tipologia contrattuale si adatta ad esigenze aziendali ed aspettative dei lavoratori, rendendo imprescindibile una corretta comprensione ed applicazione dei contratti di lavoro sia dalle aziende quanto dai lavoratori.
Ok, ma perché i contratti di lavoro sono così importanti? La risposta è molto semplice e risiede nella capacità dei contratti di offrire sicurezza e chiarezza ad entrambe le parti. Ai lavoratori i contratti di lavoro permettono di garantire la tutela dei diritti, assicurando condizioni di lavoro eque e trasparenti già da prima dell’inizio del rapporto di lavoro. Mentre ai datori di lavoro i contratti di lavoro rappresentano un mezzo fondamentale per definire le aspettative lavorative, poter fare previsioni a medio e lungo termine e gestire in modo più efficace e puntuale le risorse umane.
Quali elementi sono tipicamente inclusi nei contratti di lavoro?
Ora che abbiamo chiarito cosa sono ed a cosa servono i contratti di lavoro, ci rimane solo da capire quali sono gli elementi che tipicamente caratterizzano un contratto di lavoro. Ma prima di approfondire le caratteristiche tipiche di un contratto di lavoro, bisogna capire quanto sia intrigata la materia nel nostro paese. Infatti grazie ad una nota informativa del CNEL è emerso che al 31 dicembre 2023 in Italia risultano depositati 1.033 CCNL dei quali 971 sono indirizzati al settore privato, capirai quindi quanto sia variegata la materia e difficile da standardizzare! Volendo però standardizzare il più possibile potremo dire che, in linea di massima un contratto di lavoro riporta le seguenti informazioni:
- mansioni affidate al lavoratore descritte precisamente al fine di mettere in chiaro le aspettative dell’azienda nei confronti del lavoratore;
- durata del contratto che può essere a tempo determinato o indeterminato;
- luogo, orario e giorni lavorativi stabiliti dal contratto per il dipendente
- retribuzione spettante al lavoratore in cambio delle sue prestazioni professionali
- welfare aziendale riconosciuto dall’azienda includendo tutti i benefit e vantaggi extra paga riconosciuti dall’azienda al lavoratore
- dettagli più specifici come norme disciplinari, aspetti legati alla riservatezza, gestione del periodo di prova e modalità di risoluzione del contratto.
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Contratti di lavoro in Italia, i tipi di contratto attualmente vigenti
Abbiamo quindi visto che attualmente sono in vigore 1.033 tipi contratto di lavoro, naturalmente tra pubblico e privato, cercheremo tuttavia di fare un sunto dei contratti di lavoro, che in forme diverse si ripropongono tra quelli sopracitati, e li andremo a suddividere per macro tipologie con caratteristiche omogenee.
Contratti di lavoro a tempo indeterminato
I contratti di lavoro a tempo indeterminato rappresentano il pilastro della stabilità occupazionale nel nostro paese, offrendo al lavoratore una continuità lavorativa senza una data prefissata di termine. Recenti dati statistici confermano il trend dei contratti di lavoro a tempo indeterminato con un aumento in percentuale, tra febbraio 2022 e febbraio 2023, passato dal 82,6 all’83,8 per cento del totale dei lavoratori dipendenti, interessando nella crescita 515 mila nuovi assunti.
Questa tipologia di contratto di lavoro è naturalmente apprezzata dai lavoratori per la sicurezza che offre, sia in ambito di continuità lavorativa quanto per le tutele legate ai diritti riconosciuti dal contratto. La caratteristica principale dei contratti di lavoro a tempo indeterminato è il fatto di non avere una scadenza temporale determinata a priori, ma può essere sempre risolto con un licenziamento legittimo, impugnato dal datore di lavoro, o da una dimissione volontaria avviata dal dipendente.
Per il resto, a livello di durata del periodo lavorativo, il contratto di lavoro a tempo indeterminato può essere full-time, occupando il lavoratore per la durata massima settimanale imposta dalla legge, o part-time richiedendo la prestazione per una quantità di ore settimanali ridotte.
Contratti di lavoro a tempo determinato
I contratti a tempo determinato, a differenza della precedente tipologia di contratto, prevedono una scadenza del contratto determinata tra le parti in fase di sottoscrizione. Questa tipologia di contratto prevede un certo numero di rinnovi e, per questa caratteristica, viene spesso utilizzato per permettere all’azienda, quanto al lavoratore, di provare un nuovo impiego lavorativo prima della sottoscrizione di un contratto a tempo indeterminato.
Contratti di lavoro part-time
Il contratto di lavoro part-time prevede un numero di ore lavorate settimanali ridotto, a fronte degli stessi diritti previsti per i rispettivi contratti full-time. I contratti part-time quindi prevedono una paga ed una maturazione di ferie e permessi pari ai rispettivi contratti full-time, ma in misura proporzionata alle ore di lavoro settimanali previste dal contratto.
Questa tipologia di contratto, permette innumerevoli vantaggi per i lavoratori, che hanno possibilità di sfruttare il tempo libero per impegni personali o per dedicarsi ad un altro lavoro e per l’azienda che ha così modo di ottimizzare le risorse ed i costi del personale. Proprio per essere il più flessibile possibile il contratti di lavoro part-time possono essere strutturati secondo diverse metodologie che vanno principalmente a modificare il modo in cui vengono ripartiti gli orari di lavoro:
- Contratto part-time verticale: questa tipologia di contratto prevede che il dipendente lavori a tempo pieno ma solo in specifici giorni della settimana. Un esempio di contratto di lavoro part-time verticale da 16 ore potrebbe prevedere due giorni a settimana lavorati a tempo pieno, ossia 8 ore al giorno.
- Contratto part-time orizzontale: il contratto part-time orizzontale invece prevede che il dipendente lavori tutti i giorni lavorativi della settimana ma per meno ore al giorno. Un esempio di contratto di lavoro part-time orizzontale da 20 ore potrebbe prevedere che il dipendente lavori 4 ore al giorno per 5 giorni alla settimana.
- Contratto part-time misto: il contratto part-time misto invece coniuga specifiche del part-time verticale e di quello orizzontale. Questa formula di contratto di lavoro prevede che il dipendente lavori alcuni giorni a tempo pieno ed altri a tempo ridotto.
Contratti di lavoro full-time
Il contratto di lavoro full-time è il contratto tipico che richiede l’impegno settimanale massimo per il lavoratore. Il numero totale di ore settimanali può variare secondo molti fattori, indicativamente però non devono mai superare le 48 ore settimanali e le 13 giornaliere, comprese le ore di straordinario
Contratti di prestazione occasionale
Il contratto di prestazione occasionale, come suggerisce il nome, prevede l’erogazione di prestazioni professionali entro certi limiti economici imposti che ammontano a 5.000 euro l’anno totali e 2.500 da una singola azienda per il singolo lavoratore e 10.000 euro l’anno per l’azienda, elevati a 15.000 euro per tutte quelle azienda operanti nel settore eventi, fiere, stabilimenti termali e parchi divertimento, calcolando gli importi complessivi di tutti i propri collaboratori con prestazione occasionale.
Questo tipo di contratto, normato dal Decreto Legge 24 aprile 2017 n. 50 nell’art. 54, è perfetto per tutti quegli imprenditori che, al fine di soddisfare fasi di lavoro occasionali o speciali rispetto ai propri standard, ricorrono all’ausilio di professionisti che hanno così un’occasione per integrare le proprie entrate personali.
Contratti di lavoro a chiamata
Il contratto di lavoro a chiamata è diffuso in molti ambiti dove, per la natura stessa dell’attività, è presente una forte discontinuità di servizio. Il contratto prevede che il lavoratore offra la sua reperibilità nell’ambito della quale può essere chiamato in servizio dall’azienda, al fine di far fronte a necessità di natura esclusivamente temporanea.
Il contratto a chiamata prevede un limite massimo di giorni lavorativi erogati dal lavoratore entro 3 anni, superati i quali il contratto si converte automaticamente in contratto a tempo determinato.
Per far fronte alle necessità del lavoratore la legge consente al lavoratore di sottoscrivere più contratti a chiamata a patto che le aziende non siano concorrenti e, naturalmente, lo svolgimento di uno dei contratti non impedisca il corretto svolgimento dell’altro.
Contratti di apprendistato
Il contratto di apprendistato è una formula speciale di contratto finalizzata alla professionalizzazione di un giovane. Questa tipologia di contratto è rivolta ai giovani tra i 15 ed i 29 anni e, attraverso una serie di agevolazioni intende facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro.
Il contratto di apprendistato, come per tutti gli altri contratti di lavoro, ha una sua contrattualistica specifica consistente in informazioni relative al programma formativo, nelle tutele per il lavoratore, nella retribuzione ed orari di lavoro. La legge prevede tre tipologie di contratto di lavoro di apprendistato:
- contratto di apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione previsto dalla Legge 4 novembre 2010 n.183 all’art. 48: destinato a ragazzi che abbiano compiuto i 15 anni ed è finalizzato al completamento del percorso di studi con il conseguimento di una qualifica professionale dopo 3 anni
- apprendistato professionalizzante: indirizzato ai giovani tra i 18 ed i 29 anni al fine di conseguire una qualifica professionale maturata mediante una formazione diretta sul lavoro che può durare fino a 6 anni.
- apprendistato per diploma o percorsi di alta formazione: indirizzato anche questo ai giovani tra i 18 ed i 29 anni ma in questo caso finalizzato al conseguimento di un titolo di studio secondario, universitario e di alta formazione.
Contratti di tirocinio formativo e di orientamento noti anche come stage
Lo stage si pone a metà strada tra un contratto di apprendistato ed uno a tempo determinato. Anche il contratto di lavoro stage è rivolto ai giovani che intendono affacciarsi nel mondo del lavoro e, come per l’apprendistato, lo stage prevede un percorso formativo ben delineato. Al pari però di un contratto a tempo determinato lo stage ha una durata stabilita in fase contrattuale e prevede obblighi sia dal lato del lavoratore quanto del datore di lavoro.
Gli stage possono essere assumere diverse forme in base agli obiettivi del contratto stesso:
- stage curricolare: pensato particolarmente per studenti che, grazie alla partecipazione ad uno stage curriculare, possono arricchirsi di crediti formativi;
- tirocinio di reinserimento lavorativo: è una forma particolare di stage destinata a disoccupati o inoccupati al fine di favorire a tali figure l’entrata nel mondo del lavoro
- tirocini per persone disabili e soggetti svantaggiati: si tratta di tirocini rivolti a persone con disabilità, svantaggiati, richiedenti protezione internazionale, vittime di violenza, e altre categorie vulnerabili. Questa tipologia di tirocini sono regolati da normative meno rigide rispetto ai tirocini standard ed anno, in particolare, durate flessibili che variano in base alla categoria del partecipante allo stage (fino a 24 mesi per i disabili e 12 mesi per gli svantaggiati, estendibili in determinate circostanze).
Contratti co.co.co (collaborazione coordinata e continuativa)
Il contratto di collaborazione coordinata e continuativa, più conosciuto come co.co.co, rappresenta una forma contrattuale ibrida, dal momento che si colloca a metà strada tra il lavoro dipendente ed il freelance puro.
Questa tipologia di contratto consente al lavoratore di mantenere una collaborazione continuativa con un datore di lavoro pur godendo, allo stesso tempo, di una significativa autonomia nella gestione del proprio tempo e delle modalità di lavoro, senza alcun vincolo di subordinazione tipico dei contratti di lavoro tradizionali.
Sotto l’aspetto economico, il modello di retribuzione del co.co.co implica una condivisione dei contributi previdenziali, con i due terzi dei contributi carico del datore di lavoro e un terzo a carico del lavoratore. Inoltre, nei contratti co.co.co il datore di lavoro agisce come sostituto d’imposta, gestendo la ritenuta fiscale direttamente sulla retribuzione del collaboratore.
Il contratto di collaborazione coordinata e continuativa offre quindi estrema flessibilità al lavoratore e al datore di lavoro, permettendo una collaborazione professionale efficace ed al tempo stesso flessibile, che si adatta benissimo a progetti specifici o a esigenze lavorative che non rientrano nei canoni del tradizionale rapporto di lavoro dipendente.
Come gestire i contratti di lavoro in azienda
La digitalizzazione può offrire notevoli spunti per migliorare i propri processi di gestione delle risorse umane, dalle relazioni con i lavoratori all’archiviazione dei contratti di lavoro.
In tema di gestione dei contratti di lavoro Profiler Cloud ti offre una serie di strumenti per velocizzare le procedure di onboarding dei dipendenti dalla firma digitale dei contratti di lavoro all’archiviazione nel fascicolo del dipendente del contratto e di tutta la relativa documentazione.
Profiler Cloud, attraverso il modulo Graphit ti consente di far firmare digitalmente con firma grafometrica i contratti di lavoro, se non sai cosa è una firma grafometrica in questo articolo trovi tutte le informazioni sulla firma grafometrica, mentre Docker ti permette di rendere smart la gestione del personale, attraverso strumenti per la connessione con i dipendenti che vanno dalla rilevazione presenze, all’archiviazione dei contratti di lavoro e della documentazione di ogni collaboratore.
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Domande frequenti sui contratti di lavoro
Si possono avere due contratti di lavoro?
Assolutamente si, a patto che l’ammontare delle ore lavorate con entrambi i contratti non superi le 48 ore settimanali. Di conseguenza entrambi i lavori devono essere part-time.
I pensionati possono avere un contratto di lavoro?
La legge non impedisce ai pensionati di essere assunti come lavoratori dipendenti, non impone tipologie di contratto di lavoro particolari per pensionati e non pone nemmeno limiti di età per le assunzioni. Pertanto, un pensionato può essere tranquillamente impiegato con qualsiasi tipo di contratto lavorativo.
Quanti tipi di contratti di lavoro esistono in Italia?
Secondo il XXV Rapporto mercato del lavoro e contrattazione collettiva del CNEL al 31 dicembre 2023 risultano depositati 1.033 CCNL dei quali ben 971 afferenti al settore privato, 18 al settore pubblico e 44 accordi economici collettivi che toccano specifiche categorie di autonomi e parasubordinati
Quanto può durare un contratto a tempo determinato?
La legge prevede che il rapporto di lavoro tra azienda e lavoratore con il contratto a tempo determinato, non può avere una durata superiore ai 24 mesi comprendendo proroghe o la stipula di più contratti. Possono però fare eccezione eventuali accordi specifici concordati da associazioni sindacali.
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