L’annuncio di un imminente matrimonio tra due persone che si amano, è sempre un evento di gioia e spensieratezza, è impossibile resistere dall’emozione!
Ma quanto lo stesso annuncio deve trapelare tra le mura di un’azienda le reazioni di gioia si accompagnano a dubbi ed incertezze, il più delle volte determinate dal fatto che si tratta di un evento che, soprattutto nelle Piccole e Medie Imprese, non capita di certo tutti i giorni.
Come funziona il congedo matrimoniale? Quanto tempo si ha per usufruire del congedo matrimoniale? E’ possibile usufruire del congedo matrimoniale posticipato? Sono solo alcune delle domande più frequenti alle quali cercheremo di fare chiarezza.
Il congedo matrimoniale in Italia è stato introdotto con il Regio Decreto Legge n.1334 del 1937. Allo stato attuale è regolamentato dalla legge n.76 del 20 maggio 2016 che riconosce a coppie unite civilmente, anche dello stesso sesso, di usufruire di un massimo di 15 giorni di astensione dal lavoro, retribuiti e senza il ricorso alle ferie.
Il congedo matrimoniale è un diritto quindi concesso a tutti i lavoratori dipendenti di ogni categoria, settore ed attività, che abbiano superato il periodo di prova.
Il periodo di esonero dal lavoro del congedo matrimoniale non può andarsi a sovrapporre né al periodo di ferie né al periodo di preavviso.
Quando richiedere il congedo matrimoniale?
La richiesta di congedo matrimoniale deve essere effettuata con un preavviso di almeno 6 giorni di preavviso. Tuttavia vi sono variazioni sul preavviso in base al CCNL. Alcuni contratti infatti elevano il periodo di preavviso a 10 giorni mentre altri addirittura a 15.
E’ ovvio che, trattandosi di un evento solitamente programmato con un certo anticipo, prima si effettua la richiesta e meglio l’azienda potrà riorganizzare le proprie risorse durante il congedo matrimoniale.
Gestisci le risorse umane con Docker.
Come funziona il ritorno dal congedo matrimoniale?
La norma prevede che la procedura del congedo matrimoniale non si chiuda con la richiesta al datore di lavoro. Il lavoratore infatti, entro 60 giorni dalle nozze, deve fornire al datore di lavoro una copia del certificato di matrimonio.
Con delle modalità particolari, dove si ha come interlocutore l’INPS, hanno diritto ad usufruire del congedo matrimoniale anche i lavoratori disoccupati o sospesi e i richiamati alle armi.
Come vedremo in seguito per alcune categorie di lavoratori, è possibile richiedere un ausilio da parte dell’INPS per la fruizione del congedo matrimoniale.
Non è obbligatorio usufruire del congedo matrimoniale e non è nemmeno obbligatorio usufruire di tutto il periodo di congedo matrimoniale a disposizione.
Il congedo matrimoniale è concesso anche per le seconde nozze senza alcuna distinzione rispetto alle prime nozze, a patto che l’evento non abbia solo valenza religiosa nessun effetto civile.
Quanto tempo si ha per usufruire del congedo matrimoniale?
Domanda più che lecita quando si deve affrontare un momento della vita così intenso, a seguito del quale si devono ad esempio riorganizzare le sfere private degli sposi che da questo evento in poi diventeranno condivise, o magari far combaciare la data dell’evento con la logistica di un esotico viaggio di nozze.
Il congedo matrimoniale dovrebbe essere goduto immediatamente subito dopo le nozze, ma possiamo anche dire che indicativamente si deve usufruire di tale periodo entro i 30 giorni dalle nozze.
Attenzione però alle categorie di lavoratori i per i quali è l’INPS ad erogare l’assegno per il congedo matrimoniale, in questi casi infatti i 30 giorni diventano tassativi.
E bene precisare alcuni punti a tal riguardo:
- i giorni concessi per il congedo matrimoniale devono essere goduti dal lavoratore in un periodo unico e consecutivo. In questo periodo di tempo inoltre saranno conteggiati anche i fine settimana ed i giorni non lavorativi;
- la legge, inquadrando il congedo matrimoniale come strumento da spendere per la luna di miele, sottintende che dovrebbe essere richiesto a partire dal giorno lavorativo successivo alla cerimonia.
Questa rigidità però, per leciti motivi legati ai cicli produttivi delle aziende, ha fatto maturare diverse dispute che sono poi sfociate in una sentenza della Corte di Cassazione.
La sentenza n.9150/2012 ha stabilito che le esigenze produttive dell’azienda possano portare ad una trattativa azienda-lavoratore, che abbia come risultato lo slittamento di questo periodo anche di diversi mesi dopo le nozze purché, naturalmente, questo resti ragionevolmente connesso alla data della cerimonia.
Detto ciò è ancora più evidente il focus su cui spesso ci concentriamo quando parliamo con i nostri clienti: un sano rapporto azienda lavoratore, regolato da un dialogo costruttivo, può portare a distribuire i vantaggi ad entrambe le parti.
Infatti, se la necessità degli sposi è quella di usufruire del congedo matrimoniale a distanza di tempo dalle nozze, magari anche solo per godere di una stagionalità più adatta alla destinazione del viaggio di nozze, oggi ci sono gli strumenti per poter ottenere tale beneficio, a vantaggio del lavoratore e dell’azienda.
Come richiedere il congedo matrimoniale INPS?
Per alcune specifiche categorie di lavoratori è prevista una prestazione previdenziale erogata dall’INPS denominata Assegno per congedo matrimoniale.
L’istituto infatti, per le categorie più deboli, prevede l’erogazione di un contributo pari a 7 giorni di retribuzione (otto giorni per i marittimi). Questo contributo viene versato direttamente al lavoratore nel caso di lavoratori disoccupati, richiamati alle armi, marittimi di bassa forza, e lavoratori che non siano in servizio per malattia o sospensione del lavoro.
Tutti i lavoratori regolarmente occupati, che hanno diritto all’ottenimento dell’Assegno per congedo matrimoniale, l’INPS eroga il contributo tramite il datore di lavoro.
L’assegno per congedo matrimoniale INPS non è cumulabile con tutte quelle prestazioni sostitutive della retribuzione come: malattia, maternità, Cassa Integrazione ordinaria e straordinaria e trattamenti di disoccupazione meglio noti come NASpI.
Il beneficio dell’INPS viene erogato ad operai, lavoratori a domicilio, apprendisti, marittimi di bassa forza, dipendenti da aziende industriali, artigiane, cooperative. Tutte queste figure devono rispettare i seguenti requisiti:
- devono aver contratto matrimonio con rito civile o unione civile, sono quindi esclusi coloro i quali hanno effettuato solo il rito religioso;
- hanno un rapporto di lavoro della durata di almeno una settimana;
- fruiscono del congedo matrimoniale INPS entro i 30 giorni dalla data di celebrazione;
- anche in caso di lavoratori disoccupati, possano dimostrare che nei 90 giorni precedenti alle nozze abbiano lavorato per almeno 15 giorni alle dipendenze di aziende industriali, artigiane o cooperative;
- fermo restando l’esistenza di un rapporto di lavoro non siano in servizio per malattia, sospensione del lavoro o richiamo alle armi.
Sono esclusi dall’erogazione dell’Assegno tutti i dipendenti con qualifica di impiegati, apprendisti impiegati e dirigenti, dipendenti di aziende agricole, commercio, credito ed assicurazioni, che non siano alle dipendenze di enti locali e statali, ed infine di aziende che non versano il contributo alla Cassa Unica Assegni Familiari (CUAF).
L’INPS ha messo a disposizione un portale per richiedere il congedo matrimoniale INPS molto efficace raggiungibile attraverso questo link.
Da quando partono i 15 giorni di congedo matrimoniale?
Come abbiamo appena detto sopra il congedo matrimoniale non deve necessariamente coincidere con la data di nozze ma, grazie ad una trattativa tra azienda e lavoratore, può essere anche rimandato purché ragionevolmente connesso a livello temporale con la data della cerimonia, affinché sia mantenuto il necessario rapporto causale con l’evento.
In linea generale i 15 giorni di congedo matrimoniale possono essere attivati a partire dal terzo giorno antecedente le nozze.
Naturalmente questa non è una regola ferrea, perché come abbiamo già detto è anche possibile posticipare l’inizio del congedo matrimoniale.
Si possono attaccare giorni di ferie al congedo matrimoniale? Assolutamente si!
Se il datore di lavoro approva la richiesta del lavoratore, nulla vieta di godere di un periodo di ferie attaccato ai 15 giorni di congedo matrimoniale.
Nel caso in cui vengano attaccati dei giorni di ferie ad un congedo matrimoniale, il periodo complessivo di esonero dal lavoro può anche superare i 3 giorni antecedenti le nozze.
In questo caso, naturalmente, rimarranno sempre i 3 giorni antecedenti le nozze del congedo matrimoniale, ai quali però precedono i giorni ferie come concordato tra lavoratore ed azienda.
Congedo matrimoniale posticipato
Come abbiamo visto sopra non vi è la possibilità di usufruire del congedo matrimoniale posticipato. La norma prevede che la richiesta sia effettuata con preavviso rispetto la data delle nozze e, salvo particolari casi, il congedo matrimoniale sia usufruito entro i 30 giorni successivi alle nozze.
Salvo esigenze lavorative, e per tutti i casi in cui non sia richiesto l’Assegno per congedo matrimoniale all’INPS, è possibile posticipare la data di inizio del congedo matrimoniale anche di diversi mesi dalla data delle nozze.
Chi paga il congedo matrimoniale
Come abbiamo visto sopra, nella gestione del congedo matrimoniale, vi sono casistiche differenti in base CCNL, alla categoria ed allo stato di occupazione del lavoratore.
Nel caso di dipendenti di aziende private il congedo matrimoniale è retribuito interamente dal datore di lavoro.
Nel caso invece di dipendenti di aziende industriali, artigiane e cooperative il congedo viene retribuito dall’INPS, sotto forma di importo pari a 7 giorni di lavoro destinato al datore di lavoro. In questo caso l’azienda dovrà farsi carico di integrare l’importo fino a garantire la normale retribuzione spettante al lavoratore per tutto il periodo del congedo matrimoniale.
Infine è necessario sottolineare che durante il congedo matrimoniale il lavoratore matura regolarmente TFR, mensilità aggiuntive e ferie.
Comments are closed.